"L'idea di fare dei vini che portassero il mio nome nasce dalla consapevolezza di essere custode di una storia di viticoltura che nelle colline di Predappio è stata scritta e tramandata per centinaia di anni e dal mio desiderio di dare un'interpretazione un po' rivoluzionaria a questa terra così unica, generosa e contesa. Di produrre un vino che esprimesse l'alto potenziale di queste vigne liberandolo da tutto ciò che c'è di superfluo, un Sangiovese che mi rispecchiasse e nel quale ritrovare e mettere in pratica le mie idee.
Per farlo ho scelto un fazzoletto di terra ai confini del bosco, al centro della denominazione Predappio tra i 150 e i 300 metri di altitudine. Qui le viti affondano le proprie radici in un suolo povero, di matrice calcareo-argillosa e ricco di rocce tufaceo-arenarie di origine pliocenica chiamate Spungone. Qui 3 milioni di anni fa c'era il mare e da qui sono partita per produrre un vino che fosse la lettura di questa unicità."