Una famiglia unita, forte della condivisione dei valori che lega a doppio filo i suoi componenti. Varcare la soglia di casa Gallois e percepire questa atmosfera è un tutt’uno, sensazioni talmente autentiche da essere rimaste indelebilmente impresse nella mia mente ancora oggi. Ho visitato per la prima volta i Gallois un paio di anni fa e ricordo come l’entusiasmo del figlio Guillaume, conosciuto qualche tempo prima durante una degustazione a casa di Fabrice Gass e poi nel corso di una visita alle cantine della Bollinger, mi convinse immediatamente. Questo giovane champenoiswinemaker vigneron, entrato nel 2012 nella famosa maison di Aÿ come stagista-enologo, si rivelò talmente abile da essere assunto senza indugi l’anno successivo, subito dopo il diploma. Oggi Guillame fa parte del Collége des Œnologues ed è responsabile della linea del dégorgement degli champagne tirati bouchon-liège, nonché della verifica e ritappatura delle vecchie bottiglie de La Réserve. La sua è un’antica famiglia originaria di Vertus (ramo Bouché, la mamma), dove tuttora risiede e dove si trovano i loro 3,5 ettari di proprietà, tutti caratterizzati da un’uva capace di una maturità singolare, a dir poco straordinaria, tanto da non aver mai bisogno della chaptalisation. È curioso constatare come le donne qui ricoprano, da sempre, un ruolo determinante. Attivissime sin dall’inizio nella coltivazione delle vigne insieme agli uomini, in passato erano loro ad occuparsi personalmente degli innesti e delle potature, tanto da possedere un diploma specifico. Ruolo tutt’ora rispettatissimo: lo si coglie nel modo in cui Guillaume cerca ogni volta lo sguardo di approvazione della madre durante gli assaggi o i diversi confronti.