- abbinamenti è il compagno ideale per piatti della tradizione siciliana come le sarde a beccafico, ma anche per portate più delicate come zuppe di cozze o primi di mare
- alcol 12,5%
- annata 2024
- denominazione Terre Siciliane IGT
- filosofia Tradizionale
- formato 0,75 L
- giudizio 3k 10/10
- regione Sicilia (Italia)
- temperatura di servizio 10-12°
- vitigni 100% Catarratto
NOTE SENSORIALI:
Nel calice si presenta con un giallo paglierino brillante. Al naso rivela un profilo floreale sottile, ricordi di frutta bianca polposa, erbe mediterranee e note salmastre e pietrose, tipiche del varietale. In bocca è snello ma teso, sostenuto da una freschezza dinamica, una decisa impronta salina e un tannino appena percettibile, che lo rende distintivo tra i bianchi isolani. Il finale è lungo, pulito, con un ritorno elegante di mandorla fresca. Un vino che non cerca scorciatoie, ma racconta con sincerità l’essenza della Sicilia più autentica, riscoprendo la nobiltà di un vitigno troppo spesso relegato a ruoli secondari.
CURIOSITÁ:
Frutto di una valorizzazione rigorosa di uno dei vitigni più identitari della Sicilia occidentale, Il Lucido è un vino prodotto esclusivamente da uve Catarratto Bianco Lucido, variante più fine, trasparente e fresca rispetto al Catarratto comune. Il nome deriva dalla minore presenza di pruina sugli acini, che dona alle uve un aspetto lucente e brillante. Coltivato in provincia di Trapani, su suoli storicamente vocati, questo Catarratto affonda le radici nei primi anni 2000, con 3.500 ceppi per ettaro allevati a Guyot. La vendemmia avviene nella seconda settimana di settembre, seguita da una selezione manuale dei grappoli, pressatura soffice e decantazione statica a freddo. La fermentazione si svolge in acciaio a temperatura controllata, con lieviti indigeni e un uso minimo di solforosa. L’affinamento prosegue per 7 mesi sulle fecce fini, sempre in vasche d’acciaio, per esaltare struttura, profondità e precisione aromatica.
La cantina è strutturata su un assetto incentrato in due distinti nuclei produttivi, quello di Marsala - in contrada Samperi - e quello di Pantelleria - a Bukkuram -, e propone una gamma di etichette completa e a dir poco competitiva. Nel bene e nel male, in una terra dura bruciata dal sole e spazzata dai venti, si legge l’orgoglio e la coscienza realizzata di un uomo prima e di un’intera famiglia adesso, che sono stati in grado di concretizzare con caparbia e convinzione le proprie volontà. Vitigni autoctoni e metodi tradizionali: è in questa maniera che, anno dopo anno, la cantina Marco De Bartoli riesce puntualmente a piazzare almeno tre o quattro vini ai vertici delle rispettive categorie.
Con poco meno di venti ettari vitati di proprietà, l’azienda conta oggi filari impiantati con quelle che sono le varietà più tipiche delle terre della Sicilia occidentale, quali grillo, zibibbo, catarratto e pignatello: uve che vengono allevate nel pieno rispetto di ambiente ed ecosistema, e che arrivano in cantina per essere valorizzate e interpretate senza mai snaturare ciò che la stagione e il territorio sono stati capaci di esprimere nel frutto.
Al netto di tutto, il risultato è dato da etichette semplicemente straordinarie. Vini come il “Vecchio Samperi”, conosciuto come il “Marsala non Marsala”, o come i “Grappoli del Grillo” e gli Spumanti “Terzavia”, come il “Sole e Vento” o il “Lucido”, e ancora come il “Bukkuram Padre della Vigna”, il “Pietranera” e il “Vignaverde”, fino ad arrivare ai Passiti e ai Marsala: davvero non si incontrano molte altre aziende in Italia in grado di raggiungere risultati simili.
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