
DOM PERIGNON MOET CHANDON
CHAMPAGNE DOM PÉRIGNON "PLÉNITUDE DEUXIEME P2" 1999 ASTUCCIO LUXURY - DOM PÉRIGNON
- abbinamenti Il P2 si rivela al meglio con abbinamenti audaci, come un brodo di manzo concentrato o ravioli di buccino con prezzemolo. A sorpresa, l’essenza si svela attraverso piccoli dettagli in piatti ricchi e completi: carciofi fritti, branzino, macedonia di pesche e kombu, lamelle di patate, schiuma di latte e caviale
- alcol 12,5%
- annata 1999
- denominazione Champagne AOC
- filosofia tradizionale
- formato 0,75 L
- giudizio 3k 10/10
- premi Robert Parker 96/100 - James Suckling 98/100
- regione Champagne (Francia)
- temperatura di servizio 10-12°
- vitigni 52% Pinot Noir e 48% Chardonnay
NOTE SENSORIALI:
Alla vista si presenta con un colore dorato intenso, brillante e profondo, che riflette l’evoluzione di un millesimo maturo e raffinato. Al naso si apre con una complessità avvolgente: note di frutta candita, spezie dolci, zafferano e accenni di miele si intrecciano a sentori più sottili di nocciola e pan di zenzero, donando un profilo olfattivo ricco e seducente. Al palato è ampio e strutturato, con una freschezza bilanciata da una vibrante mineralità e una piacevole sapidità. La texture è setosa e avvolgente, accompagnata da una persistenza lunga e intensa, che lascia emergere richiami di agrumi maturi, fiori secchi e un delicato tocco tostato. Il finale è elegante e armonioso, testimoniando la straordinaria capacità di invecchiamento di questo champagne unico.
CURIOSITÁ:
Il Dom Pérignon Plénitude 2 1999 è un’edizione rara e speciale, avvolta da una storia unica che ne fa un vero e proprio oggetto da collezione. A causa di una valutazione tecnica particolarmente cauta da parte dell’enologo Richard Geoffroy, furono prodotte soltanto 99 bottiglie destinate all’Italia, rendendo questo millesimato estremamente esclusivo. L’annata 1999 in Champagne fu una delle più calde degli ultimi cinquant’anni, con caratteristiche climatiche difficili da gestire: alcol elevato e acidità piuttosto bassa, elementi che complicarono la realizzazione di un Plénitude 2 equilibrato e longevo. Per questo motivo, la Maison decise di limitare drasticamente la quantità di bottiglie prodotte in questa versione, concentrandosi invece su annate successive. Questo vino rappresenta un momento di grande apprendimento per Dom Pérignon e il suo team, che grazie a questa esperienza acquisirono le competenze necessarie per affrontare vendemmie altrettanto impegnative, come quella del 2003. Oggi il Plénitude 2 1999 è molto ricercato da intenditori e collezionisti, non solo per la sua rarità ma anche per la sorprendente complessità che ha saputo sviluppare nel tempo, trasformando una sfida enologica in un capolavoro di profondità e carattere.
Dom Pérignon è il grande nome dello Champagne: un nome altisonante e magnifico sinonimo di eleganza, lusso e prestigio; un nome che richiama direttamente l’abate Pierre Pérignon che, secondo la leggenda, inventò lo Champagne nel XVII nell’abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, nei pressi di Épernay, Grand Cru della Vallé de la Marne.
Il primo Champagne Dom Pérignon fu prodotto nel 1936 dalla maison Moët & Chandon grazie all’idea di Robert-Jean de Vogüe: l’obiettivo era quello di creare una cuvée de prestige che incarnasse l’eccellenza assoluta dello Champagne e che sapesse raccogliere la grande eredità dell’abbazia di Hautvillers, proprietà della famiglia Moët dal 1829. Per fare questo lo chef de cave selezionò le migliori riserve di famiglie imbottigliando solo le migliori annate dalla 1921 in poi. Il Vintage 1947 è il primo Dom Pérignon prodotto non più con la tecnica del transvasage ma nato da una vendemmia effettuata ad hoc. A partire dal Vintage 2000 Dom Pérignon ha acquisito lo statuto di maison indipendente: già da diverso tempo lo chef de cave di Dom Pérignon lavorava in autonomia rispetto a quello di Moët & Chandon. L’attuale chef de cave è Richard Geoffroy, inventore del Programma Oenothèque, poi ribattezzato P2/P3.
Lo Champagne Dom Pérignon viene prodotto solo in annate eccezionali dalle migliori uve provenienti esclusivamente da Grand Cru e, in minima parte, dal Premier Cru di Hautviller. Le uve utilizzato sono quelle di Chardonnay e Pinot Noir, considerato da Richard Geoffroy come “l’oggetto di tutte le frustrazioni, di tutte le emozioni, di tutti i fascini”. L’arte dell’assemblaggio si basa sul perseguimento di una continua mancanza di equilibrio in grado di originare tensione, energia e dinamismo e anche su un paradosso che riesce a creare armonia: l’anima leggiadra dello Chardonnay unita alla potenza del Pinot Noir. Un’aporia da cui nasce uno degli Champagne più grandi di tutti i tempi: il Dom Pérignon.
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