- abbinamenti si esprime al meglio con agnello al forno, selvaggina, carni brasate, piatti speziati o formaggi stagionati, ma può sorprendere anche in abbinamento con un cioccolato fondente di qualità.
- alcol 13,5%
- annata 2000
- denominazione Wine of Lebanon - Beeka Valley
- filosofia Triple A
- formato 0,75 L
- giudizio 3k 10/10
- regione Bekaa Valley (LIBANO)
- temperatura di servizio 16-18°
- vitigni Cabernet Sauvignon, Cinsault e Carignan
NOTE SENSORIALI:
Alla vista mostra un rosso rubino profondo, con sfumature granato che raccontano la sua maturità. Il bouquet è intenso e stratificato, con note di prugna secca, ciliegia matura, olive nere, tabacco e cuoio, arricchite da sentori di cacao, spezie dolci e un elegante tocco terroso che evolve con l’ossigenazione. Il sorso è vibrante e armonico, sostenuto da una freschezza sorprendente per la sua età e da tannini morbidi e ben integrati. Il frutto maturo si intreccia con sensazioni di bosco, pepe nero e leggere sfumature balsamiche, portando a un finale lungo, elegante e avvolgente, dove emergono accenni di spezie e tabacco. A quasi venticinque anni dalla vendemmia, questo vino conserva una energia vitale e una straordinaria capacità evolutiva, che lo rende ideale da bere ora, ma anche da conservare per chi ama i vini dalla lunga vita.
CURIOSITÁ:
Il Château Musar Red 2000 è un vino di rara personalità, nato nei vigneti della Valle della Bekaa, in Libano, da un blend di Cabernet Sauvignon, Cinsault e Carignan. Frutto di una filosofia artigianale e rispettosa dei tempi naturali, viene affinato per anni prima di raggiungere la bottiglia, acquisendo una complessità straordinaria.
Siamo per l’appunto in Libano, poche decine di chilometri a est di Beirut, la capitale.
Lo scenario è quello di un luogo particolarmente vocato alla produzione di grandissimi vini, scoperto e in qualche modo “costruito” grazie al genio intuitivo di Gaston Hochar.
Quest’ultimo, nel 1930, dopo un lungo viaggio nella regione di francese di Bordeaux alla scoperta delle prestigiose etichette bordolesi, ritornò con la convinzione che in Libano le condizioni climatiche e le composizioni dei terreni gli avrebbero permesso di produrre vini altrettanto importanti.
Il tempo non ha fatto altro che dargli ragione: i suoi sono infatti vini adesso celebrati in tutto il mondo.
A Gaston Hochar sono nel tempo succeduti i suoi figli, tra cui Serge Hochar, ovvero colui che è stato capace di portare alla ribalta mondiale il Libano come nazione culla del vino contemporaneo.
Nato nel 1939, Serge iniziò a lavorare con il padre e con il fratello ancora prima di compiere vent’anni, dopo aver compreso che la scelta di studiare ingegneria era quella sbagliata.
L’attrazione nei confronti del vino era infatti più forte di quella nei confronti dell’ingegneria, e sulla scia delle intuizioni del padre, anche Serge Hochar, dopo aver preso progressivamente il controllo di Château Musar a partire dagli anni ‘60, iniziò un percorso di rara virtù, fatto di vendemmie e soprattutto di vini ancora oggi magnifici.
Precursore del biologico e di quelli che oggi chiamiamo vini naturali, Serge capì alla svelta che date le particolari condizioni climatiche della Bekaa Valley non era necessario intervenire chimicamente in vigna e che le piante, viti addirittura centenarie, erano in grado di regalare grande uva anche senza alcun trattamento.
Da ciò ancora oggi prendono vita vini rossi e vini bianchi di inimitabile personalità ed eleganza, prodotti a partire dalle più importanti varietà internazionali: cabernet sauvignon, carignan, cinsault e grenache per i rossi, obaideh e merwah - simili allo chardonnay e al sémillon - per i bianchi.
Etichette figlie di affinamenti particolarmente significativi, grazie ai quali è possibile apprezzare le vendemmie di anche dieci o quindici anni fa, un periodo di tempo ideale per godere appieno della maturità di queste vere e proprie “perle del Mediterraneo”.
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