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abbinamenti Ottimo in abbinamento ai secondi di pesce, si sposa bene con i crostacei.
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alcol 13%
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annata 2017
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denominazione Appellation Corton Controlle
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filosofia Artigianale
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formato 0,75 l
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giudizio 3k 10/10
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regione Borgogna (Francia)
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temperatura di servizio 16-18°
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vitigni Pinot Noir 100%
NOTE SENSORIALI:
Di colore rubino intenso, al naso è floreale, ricco, e con abbondanti note speziate. In bocca è potente, di grande corpo, profondo e molto persistente. PERCHE' CI PIACE : AOC Corton è un vino per intenditori e collezionisti. Tratto di collegamento tra la Côte de Beaune e la Côte de Nuits, è l’unico Grand Cru rosso della Côte de Beaune. Il Corton è noto come uno dei migliori Cru di Corton; è il binomio perfetto delle due Côte, nella complessità, tannicità e vivacità. È un Pinot Nero maturato in legno di 2° passaggio, profondo, complesso, che si abbina ad una serata o ad un momento importante della vitaBonneau du Martray è una prestigiosa cantina che può vantare oltre due secoli di storia, situata sulla sommità della celebre “Hill of Corton”, una famosa collina che si trova nel cuore del “Grand Cru” di Charlemagne, appartenente al territorio del comune di Pernand-Vergelesses, nella Côte de Beaune.
Siamo ovviamente in Francia, ed è qui dove dal 1994 fino al 2017 Jean-Charles Le Bault de la Moriniere ha condotto quella che era l’azienda di famiglia, dopo aver lasciato alle spalle la sua carriera da architetto e aver ereditato l’impresa vitivinicola dal padre.
Famosa per essere l’unica cantina della Borgogna a produrre esclusivamente vini ottenuti da uve provenienti da vigneti Grand Cru, il Domaine Bonneau du Martray può contare su ben 25 distinti appezzamenti, che arrivano a coprire una superficie complessiva di circa undici ettari, dei quali ben nove ettari e mezzo coltivati a chardonnay e utilizzati per la produzione del celebre Corton Charlemagne Grand Cru, mentre dal restante ettaro e mezzo, impiantato a pinot noir, prende vita l’altrettanto eccellente Corton Rouge Grand Cru.
La conduzione della vigna dal 2004 segue le norme dell’agricoltura biologica, strizzando allo stesso tempo l’occhio verso le pratiche biodinamiche, lontane dal precedente uso di erbicidi e antiparassitari chimici, e vicino a quello che è il massimo rispetto dell’equilibrio di ambiente, natura ed ecosistema. Tra i filari, le rese per ettaro sono mantenute bassissime, per prediligere la qualità alla quantità, e le selezioni dei grappoli sono scrupolose e meticolose.
Partendo da un così rigoroso lavoro in vigna, in cantina, la filosofia seguita è quella del minimo intervento della mano dell’uomo, cosicché le etichette risultato per nulla artificiali, ed espressive al massimo di tutto quanto la stagione e il territorio hanno saputo “raccontare” nel frutto.
Ecco allora prendere forma uno stile impeccabile, identitario di un’azienda vitivinicola che, recentemente acquistata dall’investitore statunitense Stan Kroenke, continua a navigare con sicurezza sulla cresta dell’onda, rimanendo sinonimo indiscusso di quella che è la massima eccellenza enologica di tutta la Borgogna.
Siamo ovviamente in Francia, ed è qui dove dal 1994 fino al 2017 Jean-Charles Le Bault de la Moriniere ha condotto quella che era l’azienda di famiglia, dopo aver lasciato alle spalle la sua carriera da architetto e aver ereditato l’impresa vitivinicola dal padre.
Famosa per essere l’unica cantina della Borgogna a produrre esclusivamente vini ottenuti da uve provenienti da vigneti Grand Cru, il Domaine Bonneau du Martray può contare su ben 25 distinti appezzamenti, che arrivano a coprire una superficie complessiva di circa undici ettari, dei quali ben nove ettari e mezzo coltivati a chardonnay e utilizzati per la produzione del celebre Corton Charlemagne Grand Cru, mentre dal restante ettaro e mezzo, impiantato a pinot noir, prende vita l’altrettanto eccellente Corton Rouge Grand Cru.
La conduzione della vigna dal 2004 segue le norme dell’agricoltura biologica, strizzando allo stesso tempo l’occhio verso le pratiche biodinamiche, lontane dal precedente uso di erbicidi e antiparassitari chimici, e vicino a quello che è il massimo rispetto dell’equilibrio di ambiente, natura ed ecosistema. Tra i filari, le rese per ettaro sono mantenute bassissime, per prediligere la qualità alla quantità, e le selezioni dei grappoli sono scrupolose e meticolose.
Partendo da un così rigoroso lavoro in vigna, in cantina, la filosofia seguita è quella del minimo intervento della mano dell’uomo, cosicché le etichette risultato per nulla artificiali, ed espressive al massimo di tutto quanto la stagione e il territorio hanno saputo “raccontare” nel frutto.
Ecco allora prendere forma uno stile impeccabile, identitario di un’azienda vitivinicola che, recentemente acquistata dall’investitore statunitense Stan Kroenke, continua a navigare con sicurezza sulla cresta dell’onda, rimanendo sinonimo indiscusso di quella che è la massima eccellenza enologica di tutta la Borgogna.
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