Catherine e Philippe Delesvaux non sono nati contadini, e neppure sono originari dell’Anjou. Tuttavia nel 1983 hanno deciso di investire su un futuro diverso, creando un Domaine coerente con lo stile di vita che seguivano e che continuano a professare: le attività sono state da subito declinate in direzione del rispetto della terra e della vigna, dei ritmi vitali e del tempo necessario per la giusta e corretta maturazione dei vini.

La proprietà che hanno trovato si estende oggi su poco meno di 11 ettari, di cui 9,5 in un’unica parcella circondata da muri e siepi: situata nella parte alta di un plateau, in una zona accarezzata dal vento, gode di condizioni ottimali per preservare la biodiversità e per favorire lo sviluppo della botrite. Nel tempo Delesvaux è infatti diventata una realtà molto conosciuta e apprezzata per le versioni dolci e botritizzate di Chenin, realizzate con maestria stilistica e rigore, a cui si accompagnano tuttavia anche vini secchi estremamente piacevoli e incisivi. Tutti vini di grazia cristallina, grazie al contributo dei suoli con gli scisti carboniferi che li caratterizzano.

L’approccio agronomico è biodinamico certificato fin dal lontano 2000, a garanzia di un’attenzione quasi maniacale per la vigna e la sostenibilità ambientale delle lavorazioni. La cantina è semplice ed essenziale: qui le fermentazioni sono condotto con i lieviti naturalmente presenti sugli acini, non si aggiunge zucchero, non si fanno filtrazioni e si usa pochissimo zolfo di miniera al momento dell’imbottigliamento.

Con quasi 40 vendemmie alle spalle, il Domaine oggi è una delle realtà più interessanti e riconosciute dell’Anjou.