Matteo ha dedicato diversi anni a lavorare come chimico in un’azienda alimentare, ma non ha mai abbandonato la sua passione: la natura ed il mestiere del “contadino” che per lui non è mai stata una moda. A 25 anni decide di utilizzare i risparmi del lavoro dipendente per acquistare delle terre vicino a casa da destinare alla coltivazione delle nocciole. Inizia così ad accumulare terre e noccioleti, attività che ancora oggi è parte integrante dell’azienda agricola. Con il passare degli anni, oltre alle nocciole, inizia a destinare una parte delle terre ereditate dai nonni alla viticultura. Si licenzia dal lavoro dipendente e decide di dedicarsi al 100% alla terra.

Nel 2013 pianta le sue prime vigne di Pinot nero e Chardonnay sui terreni più collinari e scoscesi che entrano in produzione per la prima volta dopo 3 anni; inizia così la sua avventura nel mondo vitivinicolo dove il rispetto per la terra e per l’ambiente che lo circonda sono sempre stati al primo posto ed per questo che fin da subito Matteo ottiene la certificazione biologica. Matteo non arriva da una famiglia di viticoltori e vinificatori, quindi per lui imparare questo mestiere è stato un percorso. Il suo mentore è stato Ezio Cerruti di Castigliole Tinella, che l’ha consigliato e indirizzato in tutto il suo percorso. Matteo svolge tutti i lavori manualmente. L’uva arriva in cantina e viene pigiata con una pressa soffice a piatti, tutte le prime fermentazioni avvengono in maniera spontanea, la presa di spuma in bottiglia avviene con l’aggiunta di mosto (congelato), una parte di uve appassite in precedenza ed una piccola parte di zucchero con i lieviti necessari per la seconda presa di spuma. Lavora senza filtri, utilizzando soltanto pompe e cisterne.