IL MARRONETO
Dalle vigne, sullo sfondo, sono le torri della città di Siena che incorniciano uno scenario unico, in cui incontriamo quella che rientra di diritto tra le più importanti realtà vitivinicole di tutto Montalcino: Il Marroneto.
Siamo nell’areale settentrionale della denominazione, a circa 350 metri di altitudine sul livello del mare, non distanti dalla cinta muraria del paese: è qui dove nel 1974 tutto ha avuto inizio, con Giuseppe Mori che ha piantato i primi 3mila metri di vigneto, che sono raddoppiati nel 1979, per poi essere aggiunti degli ultimi 9mila metri nel 1984.
Oggi è Alessandro Mori che regge saldamente le redini aziendali, continuando a percorrere la strada intrapresa dal padre più di quarant’anni fa. Tra i filari, le viti sono trattate il minimo indispensabile, ed evitando produzioni intensive, ogni pianta di sangiovese ha a disposizione 3,6 metri quadrati per consentire di avere un buon radicamento. Nel massimo rispetto di ambiente, natura, ecosistema e biodiversità, la conduzione del vigneto è minimalista, per cui sono assecondati i ritmi della stagione come anche l’equilibrio di ogni singola pianta viene tutelato.
In cantina, gli spazi erano originariamente organizzati in due piccole stanze di un edificio un tempo usato come essiccatoio per marroni (da cui il nome dell’azienda) salvo poi essere ampliati nel corso degli anni, sempre seguendo la logica della semplicità e della funzionalità.
È così che ancora oggi Alessandro Mori continua a perseguire di stagione in stagione l’obbiettivo principe dell’azienda, volto di produrre vini di alta qualità. La grande attenzione riservata a tutta la produzione, dalla raccolta all'imbottigliamento, si rileva in ogni calice, e ogni etichetta è vinificata secondo lo stile tradizionale di Montalcino, dove l'uso sapiente delle botti grandi di rovere fa si che ne derivino vini molto eleganti, ricchi di profumi, adatti alla meditazione.
Dal Rosso di Montalcino “Ignaccio” al Brunello di Montalcino, fino alla selezione “Madonna delle Grazie”, quelli targati “Il Marroneto” sono tutti vini che raccontano il più importante prestigio delle terre ilcinesi.
Siamo nell’areale settentrionale della denominazione, a circa 350 metri di altitudine sul livello del mare, non distanti dalla cinta muraria del paese: è qui dove nel 1974 tutto ha avuto inizio, con Giuseppe Mori che ha piantato i primi 3mila metri di vigneto, che sono raddoppiati nel 1979, per poi essere aggiunti degli ultimi 9mila metri nel 1984.
Oggi è Alessandro Mori che regge saldamente le redini aziendali, continuando a percorrere la strada intrapresa dal padre più di quarant’anni fa. Tra i filari, le viti sono trattate il minimo indispensabile, ed evitando produzioni intensive, ogni pianta di sangiovese ha a disposizione 3,6 metri quadrati per consentire di avere un buon radicamento. Nel massimo rispetto di ambiente, natura, ecosistema e biodiversità, la conduzione del vigneto è minimalista, per cui sono assecondati i ritmi della stagione come anche l’equilibrio di ogni singola pianta viene tutelato.
In cantina, gli spazi erano originariamente organizzati in due piccole stanze di un edificio un tempo usato come essiccatoio per marroni (da cui il nome dell’azienda) salvo poi essere ampliati nel corso degli anni, sempre seguendo la logica della semplicità e della funzionalità.
È così che ancora oggi Alessandro Mori continua a perseguire di stagione in stagione l’obbiettivo principe dell’azienda, volto di produrre vini di alta qualità. La grande attenzione riservata a tutta la produzione, dalla raccolta all'imbottigliamento, si rileva in ogni calice, e ogni etichetta è vinificata secondo lo stile tradizionale di Montalcino, dove l'uso sapiente delle botti grandi di rovere fa si che ne derivino vini molto eleganti, ricchi di profumi, adatti alla meditazione.
Dal Rosso di Montalcino “Ignaccio” al Brunello di Montalcino, fino alla selezione “Madonna delle Grazie”, quelli targati “Il Marroneto” sono tutti vini che raccontano il più importante prestigio delle terre ilcinesi.