Correva l’anno 1985 quando Matteo Correggia ereditò l’azienda agricola di famiglia, sulla riva sinistra del fiume Tanaro, laddove si coltivavano solo frutta e verdura. Caparbio e testardo, Matteo fece una scelta che allora sembrava folle: produrre vini in una terra ancora sottovalutata, in tempi non sospetti, quando il boom dell’enologia era ancora lontano da venire. E’ questa una storia tutta italiana di un coraggioso e appassionato visionario, che ha creduto nella sua terra e nel suo sogno. Oggi che Matteo non c’è più, strappato troppo presto alla vita, l’azienda è gestita con uguale orgoglio e coraggio dalla moglie Ornella Costa Correggia, che assieme ai figli si occupa dei 20 ettari vitati, dove crescono i vitigni simbolo del Roero: Nebbiolo, Barbera, Arneis e Brachetto. Sono vini figli di suoli sabbiosi, poveri di argilla e di limo, ma ricchi di sali minerali, quindi in grado di dare prodotti eleganti e complessi con bouquet ricchi e raffinati. I vigneti Marun, La Val dei Preti e Ròche d’Ampsèj rappresentano le migliore selezioni della cantina, su cui non sono ammessi compromessi. La vinificazione avviene in vasche di acciaio inox a temperatura controllata, mentre l’affinamento è effettuato in una cantina ricavata sotto la collina, a contatto con le millenarie marne ricche di fossili, dove l’umidità e la quiete regnano sovrani. Legni e fusti sono selezionati in funzione dei vini che sono destinati a ospitare, con un ricambio graduale, frutto di una pratica ventennale volta a evitare impatti olfattivi segnati dal legno. Le etichette, fedeli alla tradizione, riproducono i dolci declivi vitati dipinti da Coco Cano, baciati dal sole caldo del Roero.