PERLA DEL GARDA
La storia moderna della cantina Perla del Garda inizia negli anni 2000, ma l’impresa vede le propri origini affondare in tempi remoti, dato che la famiglia Prandini coltiva la vite e produce vino da diverse generazioni. Prima nelle terre del veronese e ora a Lonato di Garda, in provincia di Brescia, la tradizione vitivinicola su cui l’azienda Perla del Garda si basa può vantare fondamenta più che solide.
Attualmente, è Giovanna Prandini l’anima femminile della cantina, che conduce l’azienda di famiglia insieme al fratello Ettore. Nata inizialmente come azienda dedita alla sola produzione di uva, che veniva coltivata per essere poi rivenduta, è con il cambio generazionale che si è avuta la svolta, per cui gli attuali proprietari e gestori hanno deciso di raccogliere la sfida per arrivare a produrre sotto proprio brand vini di alta qualità, ma allo stesso tempo profondamente legati al lavoro meticoloso nel vigneto.
Dei circa trenta ettari di vigneti situati fra Desenzano e Sirmione, il 90% è occupato dal trebbiano di Lugana, chiamato anche turbiana, mentre nella restante parte vengono coltivati chardonnay, riesling, sauvignon e incrocio Manzoni, ma anche merlot, rebo, cabernet sauvignon e cabernet franc.
In vigna, senza seguire schemi fissi e precostituiti, ogni decisione agronomica è dettata dalle esigenze delle piante, della stagione e del territorio, e le viti vengono curate con estrema cura e con estrema attenzione, rispettando al massimo quello che è l’equilibrio di ecosistema, natura e ambiente. In cantina, i locali sono organizzati su tre livelli, per cui le fasi produttive vedono il vino essere spostato per caduta tramite la fora di gravità, senza che il vino stesso subisca quindi inutili shock. Controllando con estrema cura tutti i passaggi lavorativi, prendono vita etichette di assoluto livello, tra le quali quelle ottenute dal lugana rappresentano il gioiello dell’azienda, che lavora le uve in tre tipologie: ferma, spumante e da vendemmia tardiva. Dal “Settimo Cielo” al “Madre Perla”, dal “Madonna della Scoperta” al “Rose delle Siepi”, passando per il “Terre Lunari”, per il “Filo Rosso” e per il “Castelguelfo Riserva Dei Fondatori”, vini semplicemente eccellenti.
Attualmente, è Giovanna Prandini l’anima femminile della cantina, che conduce l’azienda di famiglia insieme al fratello Ettore. Nata inizialmente come azienda dedita alla sola produzione di uva, che veniva coltivata per essere poi rivenduta, è con il cambio generazionale che si è avuta la svolta, per cui gli attuali proprietari e gestori hanno deciso di raccogliere la sfida per arrivare a produrre sotto proprio brand vini di alta qualità, ma allo stesso tempo profondamente legati al lavoro meticoloso nel vigneto.
Dei circa trenta ettari di vigneti situati fra Desenzano e Sirmione, il 90% è occupato dal trebbiano di Lugana, chiamato anche turbiana, mentre nella restante parte vengono coltivati chardonnay, riesling, sauvignon e incrocio Manzoni, ma anche merlot, rebo, cabernet sauvignon e cabernet franc.
In vigna, senza seguire schemi fissi e precostituiti, ogni decisione agronomica è dettata dalle esigenze delle piante, della stagione e del territorio, e le viti vengono curate con estrema cura e con estrema attenzione, rispettando al massimo quello che è l’equilibrio di ecosistema, natura e ambiente. In cantina, i locali sono organizzati su tre livelli, per cui le fasi produttive vedono il vino essere spostato per caduta tramite la fora di gravità, senza che il vino stesso subisca quindi inutili shock. Controllando con estrema cura tutti i passaggi lavorativi, prendono vita etichette di assoluto livello, tra le quali quelle ottenute dal lugana rappresentano il gioiello dell’azienda, che lavora le uve in tre tipologie: ferma, spumante e da vendemmia tardiva. Dal “Settimo Cielo” al “Madre Perla”, dal “Madonna della Scoperta” al “Rose delle Siepi”, passando per il “Terre Lunari”, per il “Filo Rosso” e per il “Castelguelfo Riserva Dei Fondatori”, vini semplicemente eccellenti.