DOM PERIGNON MOET CHANDON
CHAMPAGNE DOM PÉRIGNON "PLÉNITUDE DEUXIEME P2" 2002 ASTUCCIO LUXURY - DOM PÉRIGNON
- abbinamenti Il P2 si rivela al meglio con abbinamenti audaci, come un brodo di manzo concentrato o ravioli di buccino con prezzemolo. A sorpresa, l’essenza si svela attraverso piccoli dettagli in piatti ricchi e completi: carciofi fritti, branzino, macedonia di pesche e kombu, lamelle di patate, schiuma di latte e caviale
- alcol 12,5%
- annata 2002
- denominazione Champagne AOC
- filosofia tradizionale
- formato 0,75 l
- giudizio 3k 10/10
- premi Robert Parker 96/100 - James Suckling 98/100
- regione Champagne (Francia)
- temperatura di servizio 10-12°
- vitigni Pinot Noir 59%, Chardonnay 41%
NOTE SENSORIALI:
All’inizio, la complessità si rivela con calore e luminosità: un'esplosione dorata dai tratti orientali, tra sentori di frutta candita, frangipane, spezie dolci e coriandolo fresco. Con il tempo e l’ossigenazione, il profilo aromatico si evolve: lo zafferano si fa più grigio e salmastro, mentre il bouquet si fa via via più velato, intimo, misterioso ma profondamente appagante. Al palato, il vino si apre con magnificenza: opulento ma arioso, energico e seducente, sempre fedele alla sua anima fruttata. La corrispondenza tra naso e bocca è sorprendente, con una voluttà che si trasforma gradualmente in profondità e gravità. Il finale è lungo, elegante, salino, attraversato da delicate sfumature di liquirizia.
CURIOSITÁ:
Il Dom Pérignon Plénitude 2 2002 rappresenta la seconda fase evolutiva di un millesimato straordinario, che si distingue per la sua complessità e la ricchezza derivata da oltre quindici anni di affinamento sui lieviti. Questa lunga maturazione consente al vino di sviluppare una profondità unica e una struttura particolarmente equilibrata, capace di coniugare potenza e finezza in modo armonioso. Questo Champagne incarna appieno la filosofia della Maison Dom Pérignon, che punta a creare vini capaci di esprimere non solo il carattere dell’annata ma anche il valore del tempo e della pazienza. L’annata 2002, generosa e promettente, è stata sublimata attraverso questo processo, dando vita a un prodotto di grande eleganza e longevità, ideale per essere conservato e apprezzato nel tempo. Inoltre, il Plénitude 2 sottolinea la volontà di Dom Pérignon di offrire un’esperienza raffinata e in continua evoluzione, dove il bouquet e la struttura si arricchiscono di complessità e sfumature che si aprono lentamente, regalando sensazioni sempre nuove a chi lo degusta. È quindi un vino che parla della tradizione, della cura e dell’attenzione artigianale che caratterizzano ogni fase della sua produzione.
Dom Pérignon è il grande nome dello Champagne: un nome altisonante e magnifico sinonimo di eleganza, lusso e prestigio; un nome che richiama direttamente l’abate Pierre Pérignon che, secondo la leggenda, inventò lo Champagne nel XVII nell’abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, nei pressi di Épernay, Grand Cru della Vallé de la Marne.
Il primo Champagne Dom Pérignon fu prodotto nel 1936 dalla maison Moët & Chandon grazie all’idea di Robert-Jean de Vogüe: l’obiettivo era quello di creare una cuvée de prestige che incarnasse l’eccellenza assoluta dello Champagne e che sapesse raccogliere la grande eredità dell’abbazia di Hautvillers, proprietà della famiglia Moët dal 1829. Per fare questo lo chef de cave selezionò le migliori riserve di famiglie imbottigliando solo le migliori annate dalla 1921 in poi. Il Vintage 1947 è il primo Dom Pérignon prodotto non più con la tecnica del transvasage ma nato da una vendemmia effettuata ad hoc. A partire dal Vintage 2000 Dom Pérignon ha acquisito lo statuto di maison indipendente: già da diverso tempo lo chef de cave di Dom Pérignon lavorava in autonomia rispetto a quello di Moët & Chandon. L’attuale chef de cave è Richard Geoffroy, inventore del Programma Oenothèque, poi ribattezzato P2/P3.
Lo Champagne Dom Pérignon viene prodotto solo in annate eccezionali dalle migliori uve provenienti esclusivamente da Grand Cru e, in minima parte, dal Premier Cru di Hautviller. Le uve utilizzato sono quelle di Chardonnay e Pinot Noir, considerato da Richard Geoffroy come “l’oggetto di tutte le frustrazioni, di tutte le emozioni, di tutti i fascini”. L’arte dell’assemblaggio si basa sul perseguimento di una continua mancanza di equilibrio in grado di originare tensione, energia e dinamismo e anche su un paradosso che riesce a creare armonia: l’anima leggiadra dello Chardonnay unita alla potenza del Pinot Noir. Un’aporia da cui nasce uno degli Champagne più grandi di tutti i tempi: il Dom Pérignon.
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