Grandi Cru, cosa sono e come riconoscerli!
Forse nel vocabolario italiano non esiste una terminologia che traduca nella sua completezza il significato della parola CRU, utilizzata dai francesi per designare un prodotto di qualità superiore e quindi, fra gli altri, i migliori vini del territorio in base ad una classificazione che risale ai tempi di Napoleone del 1855.
Il termine CRU deriva dal verbo “croitre” che significa crescere e si addice a tutto ciò che nasce e cresce dalla terra, come le viti di un determinato territorio che, grazie al clima, alle proprietà organolettiche del suolo e ad altri fattori, conferiscono all’uva specifiche caratteristiche che rispecchieranno e identificheranno l’unicità del vino prodotto con essa.
Queste determinate caratteristiche di alta qualità devono per di più essere costanti nel tempo per garantirne l’eccellenza; ed è per questo che anche nel nostro Paese, da qualche anno, si è creato un Comitato dei Grandi Cru d’Italia, con lo scopo di raggruppare sotto questa denominazione, tutti quei vini di produttori locali, in rappresentanza delle varie zone vinicole, che da almeno 20 anni garantiscono un’altissima qualità.
É compito del Comitato, composto da produttori qualificati ed esperti del settore, aggiornare periodicamente la lista, inserendo fra i Grandi Cru d’Italia nuove etichette che rispettino i requisiti richiesti: appartenere ad un’azienda vitivinicola che opera da almeno 20 anni e che possieda almeno un vino riconosciuto come eccellenza dalla critica e dal mercato.
Per promuovere l’immagine dei Grandi Cru d’Italia, il Comitato organizza una cena di gala in occasione del Vinitaly, durante la quale viene consegnata la “foglia di vite” d’argento, un premio internazionale, come riconoscimento a chi ha contribuito in misura maggiore all’affermazione del vino italiano nel mondo.
Si afferma così un marchio di garanzia che può mostrare ai consumatori e ai professionisti del vino, la competitività italiana con le migliori etichette di tutto il mondo.