PODERI LUIGI EINAUDI
BARBARESCO DOCG "BRIC MICCA" 2022 - PODERI LUIGI EINAUDI
- abbinamenti Da provare con carni brasate e stracotti, selvaggina, formaggi stagionati.
- alcol 15%
- annata 2022
- denominazione Barbaresco DOCG
- filosofia Tradizionale
- formato 0,75 L
- giudizio 3k 9/10
- regione Piemonte (Italia)
- temperatura di servizio 16-18°
- vitigni Nebbiolo 100%
NOTE SENSORIALI:
Alla vista si presenta con un elegante colore granato brillante. Il bouquet è fine e complesso: note di frutti rossi maturi, rosa appassita, spezie dolci, sottobosco e un accenno balsamico. Al palato si distingue per struttura, eleganza e profondità: i tannini sono fitti ma ben integrati, l’acidità vivace, e il finale lungo e armonico.
CURIOSITÁ:
Questo Barbaresco nasce dal vigneto Bric Micca, situato nel comune di Neive, in una delle zone più vocate delle Langhe. Il terreno, composto da marne calcaree, e l’altitudine tra i 300 e i 350 metri favoriscono una maturazione ottimale del Nebbiolo. Affina 24 mesi in botti di rovere e almeno 12 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. È un vino che unisce classicità e tensione contemporanea, con un ottimo potenziale evolutivo.
La storia dei Poderi è una storia di famiglia.
Si racconta che Luigi Einaudi non mancò mai una vendemmia, anche nei lunghi anni che trascorse a Roma, come governatore della Banca d’Italia, Ministro e Presidente.
Dopo di lui, si occupò dell’azienda il secondogenito Roberto, nato proprio a Dogliani, nella Cascina di San Giacomo. Negli anni del Liceo, a Torino, entrò in contatto con importanti figure dell’epoca – Pavese, Bobbio, Mila – che segnarono profondamente la sua crescita.
Ingegnere meccanico, avviò una promettente carriera nella siderurgia e fu tra i fondatori, con Agostino Rocca, del gruppo Techint. Ma il legame con Dogliani non si interruppe mai: dedicò alla sua amata terra impegno ed energia, fu sempre un riferimento per la famiglia e l’azienda, motore silenzioso del suo rinnovamento.
Il nipote Matteo lo ricorda come un uomo eternamente ottimista, curioso e appassionato, fiducioso nell’uomo e nella sua capacità di realizzare ogni cosa.
Alla fine degli anni 80 Paola, figlia di Roberto, lasciò Milano e la sua attività e si trasferì a Dogliani insieme a Giorgio Ruffo, compagno di una vita, per affiancare il padre nella gestione dei Poderi. Con tenacia, entusiasmo e importanti investimenti, rilanciò lo storico marchio, ottenne nuovi successi commerciali e migliorò la qualità dei propri vini, che con lei divennero estremamente eleganti, mantenendo la tipicità del territorio.
Rafforzò le basi dell’Azienda e creò un ottimo gruppo di lavoro, ancora oggi il più grande patrimonio dei Poderi Luigi Einaudi.
Amava la sua terra e la gente di paese ed ebbe un ruolo attivo nella Comunità di Dogliani. Secondo il figlio Matteo, Paola fu “colei che ha fatto più tesoro dei valori della famiglia, della campagna e della terra”.
Oggi alla guida dei Poderi c’è Matteo Sardagna, figlio di Paola, educazione steineriana e laurea in architettura.
I lunghi soggiorni nelle Langhe, le passeggiate da bambino tra le vigne, con il nonno Roberto, hanno sedimentato in lui l’amore verso la terra “fino a diventare un’ossessione, un vero e proprio radicamento sentimentale”. Appassionato di storia dell’arte, soprattutto moderna e contemporanea, Matteo ha assorbito i valori, le passioni e le tradizioni di famiglia: un’eredità importante che si è impegnato a valorizzare, cogliendo le sfide della globalizzazione e trasformando i Poderi Luigi Einaudi in un brand riconosciuto nel mondo.
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