Montevertine è una località abitata fin dall’XI° secolo. Sono ancora visibili le tracce della costruzione originale, indubbiamente a carattere difensivo, trasformata successivamente in abitazione rurale. Montevertine è stata acquistata nel 1967 da Sergio Manetti, allora industriale siderurgico, come casa di vacanza. Egli restaurò la casa rendendola abitabile e subito impiantò due ettari di vigna ed allestì una piccola cantina con l’idea di produrre un po’ di vino per i suoi amici e clienti. La prima annata prodotta, il 1971, era discreta e Sergio Manetti pensò di mandarne alcune bottiglie al Vinitaly di Verona tramite la Camera di Commercio di Siena.
MONTEVERTINE
TOSCANA ROSSO IGT "MONTEVERTINE" 2022 - MONTEVERTINE
- abbinamenti Si abbina a ricchi piatti della tradizione toscana. Impareggiabile su carni alla griglia.
- alcol 13,5%
- annata 2022
- denominazione Toscana IGT
- filosofia Tradizionale
- formato 0,75 L
- giudizio 3k 10/10
- regione Toscana (Italia)
- temperatura di servizio 16-18°
- vitigni Sangioveto 90%, Canaiolo 5%, Colorino 5%
NOTE SENSORIALI:
Nel calice, il rubino luminoso annuncia un bouquet raffinato: ciliegia, lampone, ribes e amarena si intrecciano a viole appassite, liquirizia, spezie dolci e note leggermente balsamiche. Al palato, l’impatto è vibrante e verticale: tannini ben scolpiti, acidità vivace e un corpo snello ma dinamico, che regala un sorso di precisione e lunghezza, mai pesante, anzi di rara finezza. Il finale, lungo e sapido, richiama le colline di Radda con la loro impronta minerale. Il Montevertine 2022 è un grande classico contemporaneo, capace di affascinare sia il degustatore esperto, che ne coglierà le sfumature e il potenziale evolutivo, sia chi si avvicina per la prima volta a un Sangiovese di razza, grazie alla sua immediatezza e al suo equilibrio innato.
CURIOSITÁ:
Il Montevertine Toscana Rosso IGT 2022 non è solo un vino, ma una dichiarazione di stile e identità. Nato nel cuore di Radda in Chianti, rappresenta l’interpretazione più autentica del Sangioveto, vitigno principe della Toscana, affiancato da piccole percentuali di Canaiolo e Colorino. La scelta di lavorare al di fuori del disciplinare del Chianti Classico, intrapresa da Sergio Manetti sin dagli anni ’70, ha permesso a Montevertine di esaltare al massimo la purezza e la personalità di queste uve, svincolandole da regole troppo rigide e concentrandosi sull’espressività del terroir. La vinificazione in vasche di cemento e l’affinamento di 24 mesi in botti di rovere di Slavonia sono scelte precise: il cemento, materiale neutro, lascia respirare il vino senza cedere aromi, mentre il rovere di Slavonia, con la sua grana fine, accompagna il Sangiovese con discrezione, esaltando la sua trama elegante senza coprirne il frutto. È un vino che privilegia l’armonia e la bevibilità rispetto alla potenza, rivelandosi già giovane ma con una longevità sorprendente.
Fu un grande successo e la cosa entusiasmò Sergio al punto che dopo pochi anni abbandonò definitivamente l’attività industriale per dedicarsi unicamente al vino, supportato dalla consulenza di Giulio Gambelli e con il supporto di Bruno Bini, il fidato cantiniere. Furono messe a dimora nuove vigne, realizzate nuove cantine, con una crescita aziendale che non si è mai fermata. Sergio Manetti è scomparso nel novembre del 2000, da quel giorno la fattoria è diretta dal figlio Martino Manetti che mantiene intatti i valori della tradizione che da sempre sono la bandiera di Montevertine.
Il Sangiovese costituisce circa il 90% del totale delle viti piantate. Il restante 10% è costituito da Colorino e Canaiolo. La densità di impianto è di 5000 viti per ettaro nei vigneti piantati a partire dal 1997 e di 3200 viti per ettaro in quelli precedenti.
Le viti sono allevate col sistema Guyot nelle vigne più vecchie e a Cordone speronato nei nuovi impianti. Dall’annata 2009 hanno intrapreso una conduzione totalmente biologica dei vigneti. I filari vengono mantenuti inerbiti e viene usato compost prodotto in azienda per la concimazione.
La difesa della vite è affidata all’ uso di rame e zolfo in polvere. Nella storia dell'azienda non sono mai state piantate varietà di uva alternative alle tradizionali Sangiovese, Canaiolo e Colorino. La concezione è produrre un vino che rispecchi in pieno l’identità della loro terra.
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