Edoardo Faravelli è il principio, figlio di una giovanissima vedova poi risposata a un benestante. Da lui Edoardo ottiene la proprietà di 100 pertiche pavesi di terra e una casa in frazione Molino Marconi di Santa Maria della Versa; è il 1895.
Insieme con la moglie Angela e i figli Tullio e Maria, Edoardo si dedica a questo fondo trasferendosi nella casa ancora oggi abitata dalla famiglia Faravelli.

Rientrato salvo dalle trincee della Grande Guerra, il capostipite Edoardo si dedica alla sua terra. Il fondo soddisfa le esigenze familiari: il vigneto è solo una piccola parte dei coltivi, che comprendono grano, ortaggi e prati a erba medica per il foraggio destinato ai bovini, pochi capi, ma indispensabili nell’economia familiare di sussistenza tipica dell’epoca.
La fine della Seconda Guerra Mondiale chiude quel modello economico. Tutto sta cambiando in Italia.

Con il boom economico aumenta la domanda di vino e, come tanti in tutto l’Oltrepò, anche Tullio espande il vigneto e si dedica alla produzione di Bonarda e Barbera. Alla viticoltura avvia i suoi due figli, Marco e Antonio, avuti con la sposa Ernestina, consegnando alla terza generazione i valori familiari della vicinanza alla terra. Poi, negli anni ’70 si diffonde il Pinot e anche Tullio lo coltiva con successo, per vendere le uve alla allora crescente industria dei bianchi della Valle Versa.
Negli anni ’80 e ’90, Marco e Antonio investono nella qualità dei sistemi di vinificazione e in moderne attrezzature necessarie alla produzione dei vini bianchi. Nel pubblico, nasceva la passione per il vino bianco e l’Azienda Faravelli raccoglie anche questa sfida.

Con Marco e con Massimiliano, la produzione di uva e la sua trasformazione nei diversi DOC e IGT bianchi e rossi dell’Oltrepò viene orientata alla qualità, sacrificando le quantità, in coerenza con una visione che mette al primo posto l’eccellenza e la genuinità dei vini. Una qualità che inizia ad essere apprezzata in Europa e negli Stati Uniti, in particolare a New York. Massimiliano, con le sue competenze tecniche, e Greta, con le sue capacità gestionali, si preparano a portare i vini del Bosco Longhino sulle tavole di chiunque all’estero voglia assaporare il gusto dell’enologia Made in Italy.
E mentre cresce la quinta generazione, con i piccoli Federico e Pietro, figli di Massimiliano, Danila e la famiglia Faravelli accolgono in azienda chi vuole acquistare il loro vino accompagnando la degustazione con la rustica semplicità di una merenda in campagna.