È un Domaine familiare, installato dal 1973 nel borghetto di Morgeot, e quindi nella zona più classica di Chassagne-Montrachet. Qui, la cortesia e i modi affabili, l'umiltà e la coscienza della difficoltà del lavoro che si porta avanti non danno idea precisa del talento che tutte le etichette prodotte, ad oggi una ventina su cinque comuni (Chassagne-Montrachet, ma anche Santenay, St. Aubin, Meursault e Beaune), testimoniano. Gli ettari vitati sono 15 circa, con qualche autentico gioiellino, come le micro-parcelle nello storico Premier Cru "Grande Montagne" e una delle più piccole sezioni del mitologico Montrachet, che abbiamo l'onore di poter importare in esclusiva in Italia, giocoforza in quantità molto ridotte. La gamma è quella tipica di un grande bianchista in un territorio di classe mondiale: ovvero bianchi sottili, precisi, minerali, longevi e splendidi da bere, e rossi relativamente lievi, croccanti, giocati sull'equilibrio acido e sulla "trasparenza" aromatica. Al timone c'è oggi la coppia formata da Florence, figlia di René, diplomata al Liceo Viticolo di Beaune, e suo marito Sebastien Caillat, enologo diplomato a Digione. Della parte commerciale si occupa l'altra coppia giovane presente in famiglia, composta dalla primogenita di René, Karin, e da suo marito Daniel. Tutta la filiera è in mano alla famiglia in piena autonomia; non esistono regole fisse per la vinificazione né per la maturazione dei vini, tutto avviene invece anno per anno, cercando di "interpretare" il millesimo; si vendemmia in cassette minuscole (7 kg!) e ci si schiera poi dietro al "table de tri" (tavolo di cernita) scartando acini anche con difetti quasi invisibili. Soprattutto, nonostante la formazione tecnica di tutti, si procede a vinificazioni radicalmente "non interventiste", ad ogni livello (lieviti, quantità di travasi, di solforosa, di interventi di bâtonnage sui bianchi, "dosaggio" dei legni nuovi). I risultati sono, alla fine, coerenti: si esprimono in vini classici, eleganti, mai vistosi o grassi, con i bianchi che si pongono quali custodi ideali della tradizione chassagnois nella micidiale sapidità, la decisa freschezza aromatica, la fenomenale, rocciosa persistenza.