Lodovico Antinori, il genio di Ornellaia e Masseto, dopo aver portato i suoi vini alla vetta più alta che esista, si è rimesso in gioco, puntando questa volta forse ancora più in alto. Nel 1995, infatti, lo stesso Lodovico Antinori scopre i terreni della Tenuta di Biserno, e pensa inizialmente di inglobare gli appezzamenti proprio con quelli della Tenuta dell’Ornellaia, salvo poi ricredersi dopo essersi reso conto che la natura e le dimensioni del terreno richiedevano un progetto vitivinicolo separato.
Siamo a un passo da Bolgheri, nell'Alta Maremma, e Lodovico comprende da subito le alte potenzialità di questo territorio per i tagli bordolesi. Per il Marchese, “i vigneti di Bibbona e Bolgheri s’incontrano, ricordando quelli di Saint-Émilion e Pomerol”. La Tenuta è costituita da un'unica grande vigna, chiamata Bellaria, che nell’area meridionale appartiene al territorio di Bolgheri, mentre nella zona settentrionale rientra nell’areale di Biserno. È qui che si distende il vigneto Lodovico: sei ettari di terreni oramai considerati da tutti come quelli più vocati della zona.
Tra i filari, si incontrano principalmente piante di cabernet franc, cui si aggiungono piccole percentuali di viti di merlot, cabernet sauvignon e petit verdot, a completare la composizione vitata. Su suoli di natura alluvionale, ricchi di calcare, carbonato di calcio e ciottoli, e godendo di un microclima rinfrescato da costanti brezze, sono coltivate e raccolte uve pregiate e schiette, concentrate in ogni più piccola sfumatura organolettica. Parte di Biserno è anche una seconda tenuta, Campo di Sasso, adiacente alla prima e costituita da tre vigneti, dove il syrah trova condizioni ideali di crescita. In cantina, la consulenza enologica è affidata a Michel Rolland, l'enologo a cui tante cantine al mondo devono la loro fama, tra i quali molti dei più grandi Château di Bordeaux.
Tutto ciò si traduce in quattro nomi, quali “Biserno”, “Lodovico”, “Insoglio del Cinghiale” e “Il Pino di Biserno”: quattro vi