- abbinamenti A tutto pasto, il bianco di Château Musar si esalta con grandi piatti di pescato e di crostacei. Primi con astice ed aragosta, secondi a base di pesce grigliato.
- alcol 12%
- annata 1997
- denominazione Wine of Lebanon - Beeka Valley
- filosofia Biologico
- formato 0,75 l
- giudizio 3k 9/10
- regione Bekaa Valley (LIBANO)
- temperatura di servizio 10-12°
- vitigni obaideh, merwah
NOTE SENSORIALI:
Giallo dorato luminoso, con riflessi ambrati che ne raccontano il tempo. Al naso si apre con un ventaglio di profumi complessi e profondi: pesca matura, miele di acacia, caramello, scorza d’arancia candita e tè bianco, con un elegante tocco minerale. In bocca è avvolgente e vellutato, sostenuto da una trama sapida di grande precisione che si distende su note di miele, agave e agrumi maturi. Persistenza lunghissima e finezza straordinaria, per un bianco che sfida le regole del tempo.
CURIOSITÁ:
Il Château Musar White 1997 è un vino affascinante e fuori dagli schemi, nato da uve autoctone Obaideh e Merwah, provenienti da vigne secolari piantate su terreni calcarei nella Valle della Bekaa, a 1.200 metri di altitudine. Un terroir unico, dove il clima fresco e i forti sbalzi termici regalano ai vini grande freschezza e complessità.
Siamo per l’appunto in Libano, poche decine di chilometri a est di Beirut, la capitale.
Lo scenario è quello di un luogo particolarmente vocato alla produzione di grandissimi vini, scoperto e in qualche modo “costruito” grazie al genio intuitivo di Gaston Hochar.
Quest’ultimo, nel 1930, dopo un lungo viaggio nella regione di francese di Bordeaux alla scoperta delle prestigiose etichette bordolesi, ritornò con la convinzione che in Libano le condizioni climatiche e le composizioni dei terreni gli avrebbero permesso di produrre vini altrettanto importanti.
Il tempo non ha fatto altro che dargli ragione: i suoi sono infatti vini adesso celebrati in tutto il mondo.
A Gaston Hochar sono nel tempo succeduti i suoi figli, tra cui Serge Hochar, ovvero colui che è stato capace di portare alla ribalta mondiale il Libano come nazione culla del vino contemporaneo.
Nato nel 1939, Serge iniziò a lavorare con il padre e con il fratello ancora prima di compiere vent’anni, dopo aver compreso che la scelta di studiare ingegneria era quella sbagliata.
L’attrazione nei confronti del vino era infatti più forte di quella nei confronti dell’ingegneria, e sulla scia delle intuizioni del padre, anche Serge Hochar, dopo aver preso progressivamente il controllo di Château Musar a partire dagli anni ‘60, iniziò un percorso di rara virtù, fatto di vendemmie e soprattutto di vini ancora oggi magnifici.
Precursore del biologico e di quelli che oggi chiamiamo vini naturali, Serge capì alla svelta che date le particolari condizioni climatiche della Bekaa Valley non era necessario intervenire chimicamente in vigna e che le piante, viti addirittura centenarie, erano in grado di regalare grande uva anche senza alcun trattamento.
Da ciò ancora oggi prendono vita vini rossi e vini bianchi di inimitabile personalità ed eleganza, prodotti a partire dalle più importanti varietà internazionali: cabernet sauvignon, carignan, cinsault e grenache per i rossi, obaideh e merwah - simili allo chardonnay e al sémillon - per i bianchi.
Etichette figlie di affinamenti particolarmente significativi, grazie ai quali è possibile apprezzare le vendemmie di anche dieci o quindici anni fa, un periodo di tempo ideale per godere appieno della maturità di queste vere e proprie “perle del Mediterraneo”.
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