Giovani produttori e cantine innovative
Il mondo del vino non appartiene solo ai "giganti": una nuova generazione di vignaioli si sta infatti affacciando su di esso con sempre più convinzione, entusiasmo e voglia di sperimentare, unendo innovazione e tradizione in un connubio vincente.
Tra questi giovani produttori ci sono per esempio i Trediberri, proprietari di una cantina giovanissima, familiare e artigiana fondata da Nicola, suo padre Federico e l'amico Vladimiro nel 2007 a Berri (ecco l'origine del nome, ovvero "i tre di Berri"), vicino La Morra. Hanno prima acquistato 5 ettari destinati alla produzione di Barolo, per poi dedicarsi anche a Barbera, Nebbiolo e Sauvignon Blanc. Sono fieri di affermare: "Non abbiamo storia, ma a noi va bene così: parlare del presente, attraverso i nostri vini."
E anche del futuro. Più in generale infatti, i giovani sono coloro che mostrano un maggiore interesse verso la sostenibilità, proponendo idee originali e tecnologie all'avanguardia: c'è chi usa i droni per controllare le vigne, chi sperimenta la realtà aumentata e chi sceglie packaging green con minori emissioni di CO2 (optando per esempio per bottiglie in vetro più leggero, in alluminio o plastica). Sono di fatto i precursori di un nuovo modo di comunicare le eccellenze del "Made in Italy" e di fare impresa promuovendole.
Se la parola chiave è "innovazione", vogliamo ora presentarvi alcune tra le più innovative cantine a livello architettonico del panorama vinicolo italiano.
Iniziamo con la Tenuta Monsordo Bernardina della famiglia Ceretto e la sua "bolla di vetro" sospesa sulle colline piemontesi. Situata nelle Langhe alle porte di Alba, il cosiddetto Acino, progettato dagli architetti Marina e Luca Deabate, è dedicato ad eventi e degustazioni e affaccia sulle vigne del Barolo.
La Cantina Zýmē nel cuore della Valpolicella è un bellissimo esempio di originalità: il nome significa "lievito" e presenta un rivestimento in pietra arenaria, estratta in fase di scavo, e inserti in acciaio. Dall’alto la struttura ha la forma di una foglia di vite (che è anche il logo della cantina).
La Cantina Pizzolato, vicino Treviso, è una delle delle più importanti cantine ecosostenibili in bioedilizia italiane: nel 2018 è stata selezionata per la Biennale di Architettura di Venezia. È in continua costruzione con materiali rigorosamente locali come il faggio.
In Maremma si trova la Cantina Rocca di Frassinello, l'unica firmata da Renzo Piano. Fa parte del circuito Toscana Wine Architecture e si tratta di un edificio altamente funzionale ed essenziale, un vero e proprio inno alla leggerezza. La barricaia si trova sottoterra e il solaio si regge senza l'ausilio di colonne: la struttura, che si ispira all'idea di una piazza aperta, ha un padiglione in vetro ed è illuminata da una torre "cattura luce" e da un sistema di specchi.
La Cantina Feudo di Mezzo di Planeta sorge tra la lava dell’Etna come un giardino di pietra all’interno di una colata lavica del 1566. La pietra lavica nera è l'elemento architettonico predominante nella costruzione dell'edificio, sia all'esterno che all'interno.
Progettata dall'architetto Marco Casamonti, la Cantina Antinori nel Chianti Classico è stata realizzata interamente con materiali naturali locali come per esempio la terracotta dell'Impruneta: concepita per avere un basso impatto ambientale e un alto risparmio energetico, è praticamente invisibile dall’esterno se non per due “fenditure” orizzontali che attraversano la collina e per la scala elicoidale che collega i 3 piani della struttura. Durante le degustazioni è possibile anche ammirare opere di arte contemporanea (infatti i Marchesi Antinori sono mecenati e collezionisti da oltre seicento anni!)
Un "Carapace": è il nome della Cantina Tenuta Castelbuono, progettata dallo scultore Arnaldo Pomodoro, il quale ha detto di aver scelto volutamente una forma che "ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità e l'unione tra terra e cielo". Questo enorme guscio in rame è un'opera al confine tra scultura e architettura e racchiude vino, arte e natura facendoli dialogare tra loro.
Fondata nel 1898 da un sacerdote, la Cantina Tramin Kellerei ha 245 ettari di terreno a cui lavorano 160 famiglie. Si trova a Termeno, la patria del Gewürztraminer. Legno, vetro, ferro e cemento sono i materiali che l'architetto Werner Tscholl ha utilizzato nel creare una struttura verde "a rete" la cui particolarità è quella di dare origine a giochi di luce (presenta anche un impianto fotovoltaico sul tetto che fornisce l'85% dell'energia dell'azienda). L'architettura dal design particolarissimo si ispira volutamente alla vite e alla sua morfologia.
La Cantina dei Feudi di San Gregorio in provincia di Avellino, firmata dall'architetto Hikaru Mori ed esposta due volte alla Biennale di Venezia, è una delle prime cantine d’autore in Italia. Spazi di notevole effetto e linee essenziali compongono sia l'area interna e i suoi arredi che i giardini esterni.
Due cassette di vino sovrapposte: è la forma originalissima della Cantina L'Astemia pentita, a Barolo. Progettata dall’architetto Gianni Arnuado, è stata la proprietaria Sandra Vezza a desiderare "la prima cantina vitivinicola pop". Iconici anche gli arredi interni, come alcuni prodotti di Gufram quali il divano Bocca o il Cactus. Un tripudio di colori che vale la pena di visitare!
Cosa aspettate? Prenotate visite e degustazioni per scoprire questi capolavori architettonici!