Produttori Triple A - la cantina Dettori

Con la nostra nuova rubrica vogliamo presentarvi i vini targati Triple A e i loro produttori, i quali hanno attuato una scelta molto importante, ovvero quella di optare per processi di vinificazione sostenibili creando aziende all'avanguardia.

Questo mese vi parleremo nello specifico di Alessandro Dettori, vignaiolo delle Tenute Dettori a Sennori (provincia di Sassari): è un produttore Triple A che non utilizza la chimica di sintesi nei vigneti, e neppure zolfo e diserbanti, a favore invece di fermentazioni spontanee sui propri lieviti.

Il suo vigneto a coltivazione biodinamica si trova a Badde Nigolosu, dove le uve provenienti da vigne anche centenarie vengono raccolte unicamente a mano per trasformarsi in Cannonau, Vermentino, Moscato ecc, le varietà più tradizionali di questo territorio, la Romangia.

I circa 24 ettari di proprietà vengono condotti nel massimo rispetto di ambiente, natura ed ecosistema. In cantina non vengono aggiunti lieviti, enzimi o altri coadiuvanti, e il vino non viene filtrato, chiarificato e barricato. Il consiglio targato Dettori è quello di lasciarlo riposare per qualche giorno dopo il trasporto e di ossigenarlo nel bicchiere: che siano bianchi o rossi, i vini Dettori sono magnetici e profondi, capaci di trasmettere l’essenza più vera delle terre di Sardegna ("Renosu", "Tenores" e "Chimbanta" sono solo alcune delle loro eccellenze).

Dettori afferma di non voler fare vini pensati secondo logiche di marketing ma "vini liberi", liberi di esprimere loro stessi e il territorio dal quale provengono al meglio, dal momento che secondo lui non sono altro che una semplice "spremuta d’uva fermentata."

Racconta che suo padre aveva un rapporto di amore e odio con la vigna, poiché l'attesa era molto lunga e la raccolta arrivava una volta l'anno. La vigna per Alessandro è una monocultura, non è biodiversità come lo sono per esempio l'orto (ne ha uno di cui va molto fiero!) o gli allevamenti dove ogni giorno c'è qualcosa di diverso da fare; occupa inoltre pochissimo tempo (ci spiega che in Sardegna sono sufficienti 110 ore per ettaro l'anno). Il suo obiettivo è infatti quello di creare un'azienda autarchica, che abbia tutto ciò di cui ha bisogno al suo interno.

Per il giovane vignaiolo la causa dell'inquinamento della terra non sono le industrie ma gli agricoltori, i quali molto spesso sono dei pessimi gestori delle risorse (la sua invettiva riguarda anche tutte quelle cantine costruite in maniera totalmente innaturale, molto belle ma da coibentare con sistemi di climatizzazione e di deumidificazione che costano molto).

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